Cerca nel blog

venerdì 9 gennaio 2015

Bianca come il latte, rossa come il sangue - Alessandro d'Avenia

Bianco: "un silenzio senza parole e senza musica", la solitudine, la noia, il vuoto, la paura. Rosso: l'amore, il sangue, Beatrice. Beatrice: amore rossosangue,"capelli rossi che quando li scioglie l'alba ti viene addosso. Poche parole ma giuste. Tempesta. Uragano che ti spazza via".
E poi ci sono le stelle, quelle masse di fuoco rosso che producono luce bianca.
E poi c'è la leucemia, il sangue bianco.
E fu così che il bianco e il rosso, due senzazioni così ben separate e distinte, due mondi paralleli e opposti, si mescolarono mandando in crisi i pensieri di Leo, che a sedici anni dovette mettersi in discussione, dovette ripartire da zero per capire chi fosse, per capire chi fosse per lui Beatrice (cosa è disposto a fare per guarirla dalla sua malattia?) e Silvia (è davvero solo un'amica con cui confidarsi?).
 Quando un romanzo ha le parole giuste al momento giusto, pensate e pesate una per una per lasciare nel cuore una scalfitura inguaribile, allo stesso tempo dolorosa e piacevole, l'unico modo per descriverlo sarebbe fare una citazione lunga duecentocinquantadue pagine. Le parole non sembrano stampate in nero, ma talvolta in bianco, talvolta in rosso, oppure in verde, azzurro,... E' espressivo lo spazio fra le righe, lo sono la punteggiatura, i dialoghi.
E' senza dubbio il romanzo meglio studiato per commuovere e coinvolgere che io abbia mai letto. Se l'obiettivo di d'Avenia fosse stato fare colpo sugli adolescenti influenzabili come me, ci è riuscito magnificamente. Sicuramente questo romanzo è stato per l'autore anche un po' una sfida con se stesso, talvolta si notano inffatti le sue difficoltà, in quanto professore, di mettersi nei panni di un alunno, poichè i giudizi di Leo nei confronti degli insegnanti sono spesso un po' troppo stereotipati.

1 commento: