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mercoledì 26 novembre 2014

Camilla che odiava la politica - Luigi Garlando


    Camilla è una bambina cicciottella e timida che ha perso il padre quando aveva sei anni. Ora ne ha dodici e vede la sua vita come una mela spezzata in due metà di cui la prima è dolce e succosa mentre la seconda ha il verme. Infatti, da quando suo padre, che lavorava in politica, si è tolto la vita, Camilla odia tutto ciò che ha a che fare con essa e la immagina come un polipo che porta via le persone, ma si accorgerà, grazie al suo amico Aristotele (un barbone emarginato dagli adulti ma non da lei) di non conoscerne il significato. Aristotele si dimostra un ottimo insegnante  e in tre parole chiarisce le idee a Camilla sulla politica: “il capito”, ”polis” e ”magistrum”. Camilla capirà quindi che fare politica significa capire i bisogni della gente, permettere ai cittadini di partecipare alle decisioni eleggendo dei rappresentanti e soprattutto servire il popolo. 
Luigi Garlando è lo stesso autore del libro “Per questo mi chiamo Giovanni”, che tratta l’argomento della mafia. Infatti, ho trovato molte somiglianze nella struttura e nello stile del libro. Entrambi sono romanzi di formazione, dove il protagonista grazie ad un adulto compie un percorso di maturazione, mentre gli altri personaggi sono di solito statici. Ciò che il o la protagonista impara durante il romanzo poi gli torna utile nella vita di tutti i giorni. La caratteristica che delinea di più i romanzi di Garlando è la semplicità con cui spiega concetti anche molto complicati, come la mafia e la politica.
 Inutile dire che anche il lettore compie una crescita grazie al romanzo. Questo libro fa a chi lo legge un dono ineguagliabile, secondo me: mette voglia di sapere, di conoscere, di scoprire. Credo che questa voglia sia alla base dello sviluppo umano: se l’uomo non avesse cercato di provare cose nuove, di sperimentare, di migliorare la propria condizione, a quest’ora vivremmo nelle caverne! Consiglio un libro di Garlando a chiunque abbia voglia di scoprire e di imparare.

lunedì 24 novembre 2014

Sotto il burqua - Deborah Ellis

                                                                       

 In una Kabul semidistrutta dai bombardamenti e soffocata dal regime talebano, la totale privazione dei diritti colpisce in primis le donne. Ciò che le rende tali, ora è vietato loro. Non possono cantare, scoprire il volto e nemmeno uscire di casa se non accompagnate da un uomo. La famiglia della piccola Parvana è composta da quattro donne, un bimbo di due anni e un solo uomo. Quando però il padre della ragazzina verrà inspiegabilmente arrestato, serve una soluzione per portare avanti la famiglia. La protagonista dovrà fare un sacrificio forse troppo impegnativo per un'undicenne: travestirsi da ragazzo e rinunciare alla propria femminilità, che sta ancora nascendo, per poter andare a lavorare. Fra un conflitto con la sorella maggiore Nooria, una risata con l'amica Shauzia e una pianto per l'assenza del padre, si svolge la travagliata vita dell'adolescente che si consola principalmente con il sogno di una vita normale come quella che aveva prima dell'inizio della guerra: con degli amici, una famiglia unita, una bella casa, e la possibilità di studiare, che alcuni fra noi occidentali quasi disprezzano. Deborah Ellis ci fa riflettere attraverso i pensieri di una ragazzina brillante e coraggiosa: forse la libertà ha più valore di quello che le diamo.

sabato 1 novembre 2014

Non dirmi che hai paura - Giuseppe Catozzella

  Una piccola guerriera con il talento della corsa, il sogno di vincere le Olimpiadi, ma soprattutto un’incrollabile determinazione ed un’infinita grinta. Questa è Samia, la personificazione del suo paese, la Somalia, una nazione a cui la guerra ha tarpato le ali. In testa la fascia regalata da aabe, papà, e la voglia di cambiare il mondo con la sola forza delle sue esili gambe, la giovane atleta di Mogadiscio è un simbolo di ribellione, pace, libertà.

 Catozzella dà vita ad un romanzo pregno di speranza e ambizioni, una storia tanto energica quanto commovente, forse proprio perché vera. L’autore si mette nei panni di Samia, facendoci guardare il mondo dai suoi occhi coraggiosi e sognanti, con l’intento di farci immedesimare in tutte quelle persone che, come lei, sono rinchiuse nel proprio paese come uccelli in gabbia.

  Dopo aver letto di questa scioccante verità ed averci riflettuto un po’ su, sarà come guardare il solito paesaggio da un’altra finestra e capirete l’importanza dei sogni e la forza della speranza.